isola


Isola e rifugio di tutti i Sognatori Seriali Anonimi ...
gli altri sono avvisati.
Il passato, il presente, il futuro... ovunque e comunque, sono io, una sognatrice seriale, state attenti è una malattia!

This is a shelter island for all Anonymous Serial Dreamers ... and the others ?! beware!
Looking at past, present, future ... anywhere and anyhow, it's me...a serial dreamer ... be careful, it's a viral disease!


sabato 1 febbraio 2014

le cose si sono complicate

è successo tutto velocemente, tutto senza respiro, questo inizio di 2014 mi ha voluto colpire dritto allo stomaco, al cuore. sono giorni tosti, che a muso duro mi hanno graffiato ovunque... di un dolore così assurdo che non lo capisco nemmeno se è vero o no. ma lo è.

e va bene, adesso basta.

perchè se c'è una cosa che ho capito ancora di più è che devo crederci, non devo mai smettere di crederci. me lo ha insegnato chi fino all'ultimo respiro ha progettato, guardato avanti, dimostrato con la pratica, tutti i giorni, che si può, si deve sognare e poi lavorare per creare il proprio sogno.



tu sei qui, che me lo sussurri con la tua voce calda, lo ripeti. e insisti e insisti e insisti... e io ti ascolto, insofferente come sempre alle tue tirate d'orecchie, ma poi sotto sotto so bene che sono d'accordo con te.

grazie di avermi plasmato così, imperfetta e sognatrice, ma mi hai cresciuta circondata da amore saldo come le tue mani forti. con i pregi e difetti tuoi ho combattuto una vita e da sempre ho cercato di dimostrati che potevo farcela da sola, di testa mia senza assecondarti troppo. ma è sempre stata una ribellione soft, lo vedevi anche tu, mentre poi applicavo a mio modo i tuoi insegnamenti.

ora che mi manchi davvero devo rinascere... porta pazienza però, perchè mi sa che devo trovare la mia formula, ora che non posso più sentire la tua.



giovedì 2 gennaio 2014

un'idea che ronza da un bel po'!

ci sono tarli che ti pungono un volta ... ti pizzicano al momento poi non li senti più e te ne dimentichi, o meglio, ne conservi un ricordo lontano e sbiadito.

poi praticamente ti accorgi, a distanza di tempo, che hanno impiantato una specie di seme, che è germogliato in silenzio e che quando cresce poi spinge, si fa largo e non puoi fare a meno di accorgerti della sua esistenza.

io ho questa fissa di sviluppare qualcosa di tutto mio... il blog, la scrittura, la fotografia, i lavori con le mani impiastricciate di sogni e fantasia.

ce la devo fare, perchè questo tarlo deve smettere di ronzare e invece iniziare a cantare! quindi forza e coraggio, caro 2014, mi devi dare soddisfazione!


domenica 17 novembre 2013

sospesa

mesi interi, nonostante tutto.
ci ho messo mesi interi, nonostante ogni giorno pensassi a qualcosa di "degno" di essere ricordato, di sufficientemente intenso da far scattare una divagazione mentale.
eppure c'è stato così tanto di bello, ma anche di difficile ... 
giornate su giornate, settimane, ore, con le persone che amo. con amici o da sola... ho scattato mille foto, ho respirato forte per momenti di rabbia, e delusione, e sospirato per altri di tristezza incombente, e sono riuscita a volte a sorridere per gioie spontanee e sincere.

ma è stato inutile.
tutto si era sospeso, congelato, cristallizzato. 

nel frattempo tante cose sono cambiate, per forza.
perchè la vita è complicata, anche quando tu fai di tutto per tenerla in riga, anzi, forse proprio allora lei decide di strapazzarti come si deve.
Tu sei così saldo nelle tue certezze, così granitico e saggio, ti credi immensamente capace di controllare situazioni, sentimenti, criticità.
e invece no, la vita arriva, e ti punta un faro negli occhi all'improvviso, per accecarti, spaventarti, farti provare un disorientamento, un vuoto terribile come quelle di giostre impazzite che ti fanno cadere dall'alto...

ma nell'angolo estremo di quella luce che ti brucia la retina, là più avanti, oltre il bagliore feroce, puoi scorgere un sentiero, stretto, un po' contorto e malconcio, quasi uno sgorbio, un tratteggio speculare di te in quei momenti. 
Allora senti che è un percorso di obbligato, l'inizio timido di una speranzosa caccia al tesoro, che tra mattoni scrostati, pavimento sconnesso, svolte improvvise, ti conduce avanti, avanti, avanti.
Il tuo passo incerto ambisce ad una sicurezza che quel vicolo proprio non ispira, nè garantisce.

Ma solo cercando in quel buio, oltrepassando con fiducia quella luce abbagliante, nell'infinitesimale istante di buio, ti accorgi che riesci a passare alla fase successiva, imparando qualcosa di prezioso per te.
E' un livello superiore, una "promozione" che non ti aspetti, tutto sommato un regalo.
E così ora lo sto capendo e assaporando.

Forse il passaggio in questo vicolo riesce ora a farmi percepire un' incrinatura leggera, un lontano senso di disgelo, via dalla sospensione... via. per tornare.




lunedì 1 luglio 2013

i sensi dei sognatori

avete mai intercettato per un attimo l'odore della terra umida in un frutteto? 
qui dalle mie parti è tutto coltivato così e ormai non ci si fa più caso, ma oggi per me è stato come assaporare la "madeleine" di Proust... una frazione di secondo, una molecola nelle mie narici e mi si è spalancato un mondo di sensazioni.

sento quel fresco accogliente che da sotto le foglie spande piacevoli promesse di sollievo, con i frutti che agghindano questi alberi di uno strano natale estivo che forse immagino solo io

mi accorgo degli aromi dolciastri dei primi caduti spontanei, e di quelli fatti cadere per preservare il raccolto e renderlo più rigoglioso

vedo questi rami plasmati nel tempo, in pose ad arte per rendere più facile il lavoro nei campi (o almeno provarci)

e anche se non posso stavolta, ricordo tutta la dolcezza di addentare un frutto appena staccato furtivamente dalla pianta, senza che il contadino se ne accorga, anche se da ragazzina lui all'imbrunire ci faceva la posta, per evitare che saccheggiassimo le piante che costeggiavano le strade di campagna intorno a casa mia

mi è sembrato in un momento, immenso e intenso, di risentire la voce dei miei nonni che non volevano calpestassimo l'orto, in cerca dei baccelli più piccoli dei piselli, così gustosi di erba zuccherina, o a caccia delle carotine, piccole piccole, calde del sole a picco, tenere e succose,  perchè accudite con pazienza per settimane.

mi sa che una di queste sere me ne tornerò a cercare un campo di grano maturo, in cerca delle spighe superstiti, quelle che ai margini dei campi le macchine mostruose non riescono a beccare, e ne farò una scorpacciata, per sentire sotto i denti il gusto squisito dell'amido originale, con la grinta corposa della vita che racchiude in sè ogni piccola gemma dorata.
 
perchè alla fine è così... 
ad un sognatore non serve davvero molto per ritrovarsi avvolto e cullato dalle proprie fantasticherie.
secondo me dovreste provare ...




sabato 25 maggio 2013

sono stata via

e non solo fisicamente... via da casa per qualche giorno, via della routine.

come sempre viaggiare implica dover sperimentare qualcosa di nuovo su di sè, ogni volta. esperienze che si aggiungono alla propria, persone che si sfiorano, interazioni che nascono, muoiono o evolvono, sapori di sè e degli altri, che magicamente affiorano sorprendendoci oppure lasciandoci delusi.

viaggiare....non lo riesco a fare molto spesso, purtroppo. 
fisicamente intendo, perchè come capirete, di testa viaggio in continuazione.
in viaggio puoi cogliere o perdere occasioni, conoscere le persone di più, confrontarti con le tue paure più concrete e liberartene, a patto che tu scelga di aprirti al mondo e ai suoi sconclusionati abitanti.

dopodichè puoi riuscire a chiarirti le idee su chi sei davvero, con sguardo più lucido odiarti (o amarti) di più, scaraventarti nella mischia, senza difese, o capire che sei talmente forte da non averne più bisogno.

stanze d'albergo, strade piene di gente, ascensori silenziosi, corridoi semibui, odori, suoni, sapori di vita incredibili o sciatti... non importa molto in fondo dove tu sia. importi tu, quello che hai dentro, che sei e che riesci ad esprimere, con tutta la tua fatica di essere umano.



importa quanto sei disposto a giocare le tue carte, correre il rischio di rimanere nel tuo bozzolo sicuro, impermeabile al prossimo e alla vita che ti scorrerà di fianco, oppure inzupparti di quel che lambirà la tua pelle e farti permeare da mondi sconosciuti di persone ed esperienze, continuando a sapere chi sei.

ogni viaggio è così, lungo o brevissimo.
occhi e mente aperti riescono a fare la differenza.
la differenza tra imparare o no qualcosa...

"qui è notte, lontano da casa... più mi allontano e più sono vicino a questo mondo di esseri erranti, così uguali e immensamente diversi, diversi da me.
quanti altri staranno guardando fuori da finestre come questa, ascoltando vento, nuvole e pioggia, al riparo di stanze d'albergo? sono una pulce quassù, qua per aria tra i miei pensieri, che quasi potrei saltare via... ma ho le mie radici e questo conta un bel po' per apprezzare i viaggi e poi amare i ritorni. that's life, we are human beings. 29 aprile 2013
"

domenica 7 aprile 2013

nata difettosa

è decisamente così, continuo a pensarlo da una vita e con alterne vicende la cosa mi si ripropone ciclicamente: sono nata difettosa.

dev'esserci qualcosa che è andato storto fin da subito, che si è insinuato nel mio essere, qualcosa che ha inesorabilmente infettato il germoglio della mia autostima e vi ha fatto crescere intorno una muffa odiosa.

la sento, ripulisco, scaccio, scrosto, disinfetto, ma lei, la muffa, torna sempre!

mi fa essere inflessibile, con me stessa, a prescindere da tutto quel che faccio e mi impegno a fare;
costantemente alla ricerca di comprensione e scuse, per gli altri, a prescindere da quel che fanno (o mi fanno...);
sognatrice ostinata, a prescindere da ciò che faticosamente creo, ottengo, vedo e assaporo;
per assurdo, razionalista fino allo spasimo, alla ricerca dell'ordine perfetto delle cose, della suprema giustizia dei comportamenti, del merito e demerito;
insoddisfatta, inquieta ... e per questo .... sempre eternamente sofferente.

son tutta un contrasto, una contraddizione, un groviglio di "pro" e "contro", di "ma" e "comunque", "forza" e "basta!".

forse siamo tutti così, dicono... vabbè. ma saperlo non mi è sufficiente.

non è abbastanza e per questo enigma che mi attanaglia mi ritrovo ad esplorare ogni mio gesto, ogni gesto del prossimo, per capire motivi, incasellare e fare ordine nelle azioni mie e del mondo, senza staccare mai un attimo, senza respiro, alla ricerca della perfezione.

che fatica, che ansia, che peso. mi odio. non lo sopporto. non mi sopporto e ovviamente mi amo molto poco.

e allora di nuovo, sogno.
sogno il momento esatto in cui, con il tempo, riuscirò a perdonare le mie debolezze, insicurezze, difetti, accettandoli in me, sul serio, non solo per prova e magari fregandomene un po' saprò gioirne e prenderli un po' sottogamba... forse sarà come apprezzare una foto solo perchè mi piace, anche se la messa a fuoco non è un granchè.



martedì 2 aprile 2013

il cofanetto

Possiedo un cofanetto.
Si tratta di una specie di scrigno, molto speciale per me.
E’ in argento, grande quanto basta ad essere custodito tra le mani.
Non ha spigoli, parti appuntite, giunture o saldature … a vederlo è un bel monolito di metallo lucente e prezioso.

Liscio, ma non piatto, la sua superficie è disseminata di lievi increspature, quasi piccole martellate, che lo rendono irregolare ed imperfetto, ma che per questo invitano i polpastrelli a soffermarsi su di esse come ad indagare sulla loro origine…cosa le avrà provocate ?
quale trauma, urto o tentativo di scasso le avrà generate ?
che storia raccontano, … o proteggono ?
perché mai non sono state riparate, ripristinando una perfezione che ancora adesso si può intuire o immaginare ?

Quando lo sfioro, posso sentire il metallo scaldarsi tra le mie dita, divenire duttile e ancor più misterioso, un involucro accogliente che al tatto si appanna col calore della mano e che sembra un gatto accoccolato tra le mani del padrone, che fa le fusa in attesa di altre carezze, conservando intatti i suoi segreti intendimenti.

Non ha chiusure, né serrature o lucchetti, né molle che inducano o mostrino come si può aprire… solo io so quale avvallamento sfiorare per schiuderlo davanti a me al bisogno…e solo se e quando ce n’è bisogno o desiderio.

E’ evidente che si tratta di una creazione esclusiva, pensata e realizzata ad uno scopo ben preciso,
pensata e realizzata per essere adatta a me.
L’assurdo è che io stessa ne ignoravo l’esistenza fino a poco tempo fa.

Quando l’ho sfiorato per la prima volta e si è aperto docilmente al mio comando, ne sono stata incantata e sorpresa.
Con un lieve sussulto del cuore mi si è presentata subito una specie di macchia di colore, in porpora scuro, quasi un nero mancato, con sfumature violacee, cangianti di luce catturata e non più resa all’esterno … un velluto morbido, non disteso, anzi ripiegato più e più volte su sè stesso, come ricurvo e danzante, pronto a nascondere e poi subito a svelare, altero e dolce…

Istintivamente l’ho portato al viso, per sfiorarlo e capirlo, quasi fosse un’entità pensante…e mi ha accolto con un profumo sensuale e innocente, che sapeva di buono, di positivo e invitante, una specie di esortazione a restare e a indagare tra le sue pieghe misteriose.
L’ho fatto, perché ho subito colto che stavo per scoprire qualcosa di mio, di intimo e a me familiare, pur essendo tutto nuovo davanti ai miei sensi.

Vi ho trovato odori, ricordi, idee di persone vere e di esseri vivi solo nella mia fantasia, momenti vissuti o magari solo pensati, a volte inespressi, celati nella mia anima, talmente nascosti che nemmeno io ero cosciente della loro esistenza… desideri brucianti che mi hanno infiammato e altri che poi ho spento… senza riuscirvi del tutto.
Tante sfaccettature del mio io senziente che abitualmente mi intimoriscono e che spesso reprimo per non esserne travolta, ma che poi invece adoro, perché mi rendono viva.

…e dopo tutto questo ho capito quanto fosse importante questo cofanetto tra le mie mani, il suo prezioso contenuto e il suo pericoloso futuro.

Per questo l’ho richiuso dolcemente, accarezzando prima l’interno per imprimere nei miei sensi la sua accogliente morbidezza, poi il lucido metallo esterno per coglierne bene la forza e rassicurante solidità… e ora l’ho riposto al sicuro, pronto per ogni evenienza.

Il mio fedele scrigno terrà prigioniero il suo tesoro per sempre, senza mai perdere un solo respiro…
il tuo confido saprà fare altrettanto.


http://elsaperettidesign.blogspot.it/2010/11/my-heart-is-on-table.html



addtoany

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